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La selezione stabilizzante, un processo sempre operante in tutte le popolazioni, comporta l'eliminazione degli individui con caratteri estremi.

In questo modo molte forme mutanti sono probabilmente eliminate subito, (spesso nello zigote o nell'embrione).

Incontriamo un momento di selezione stabilizzante quando l’ambiente rimane costante.

La selezione stabilizzante agisce contro gli individui che si discostano troppo dalla media perchè gli organismi con maggiori possibilità di riprodursi sono quelli con fenotipi prossimi alla media della popolazione.

calotta cranica di un Australopiteco con i fori dei denti del leopardo Leopardo di oggi. La distanza tra i denti e quindi la grandezza complessiva è rimasta invariata

 

 

Non sappiamo esattamente quando l'Uomo iniziò a parlare. I suoni non lasciano  tracce fossili. Abbiamo però due importantissimi indizi: "l'area broca" e l'osso ioide.

La prima è una parte dell'emisfero dominante (sinistra) del cervello, localizzata nel piede della terza circonvoluzione frontale.

Nella parte interna del crano del Neanderthal è stata trovata l'impronta di detta area.

L'osso ioide è un osso pari che si trova alla base della lingua e serve per la fonazione. Anche questo è rintracciabile solo a partire dal Neanderthal.

  

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area broca copia

 

 

 

Il passaggio dalla foresta alla savana richiede un cambiamento completo di deambulazione. Gli arti superiori si riducono, quelli inferiori si allungano. Molto importante è il cambiamento nel piede. Si perde la funzione prensile, non più necessaria, e compare l'arco plantare. Tale modifica consente agli ominidi di migliorare l'andatura rendendola più agevole ed ammortizzata.

La savana è un ambiente povero di risorse commestibili, occorre coprire notevoli distanze per reperire il cibo. La postura eretta consente di alzare la visuale e quindi di vedere più lontano ed anche l'eventuale presenza di predatori. L'arco plantare permettedi disperdere meno energie nel cammino.

Quando un' antropomorfa, come lo scimpanzè, cammina con andatura bipede, il peso viene trasmesso dal tallone, lungo l’esterno del piede, fino al dito medio. Un piede umano, invece, trasmette il peso dal tallone lungo l’esterno del piede e attraverso la parte anteriore fino all’alluce. Questo è un metodo di trasferimento di energia molto più efficiente quando si cammina eretti.

 

 

Il bacino delle scimmie è notevolmente più largo rispetto a quello umano. Avendo, le prime, un'alimentazione prevalentemente vegetariana, quindi ricca di cellulosa, difficile da digerire, necessitano di un largo bacino per contenere un intestino più lungo. Col passaggio alla savana l'alimentazione è diventata più onnivora. Inoltre la deambulazione bipede richiedeva un'andatura equilibrata e quindi per entrambi i motivi il bacino si è notevolmente ridotto. Camminiamo e corriamo più in asse ma il parto è diventato particolarmente difficoltoso. Occorre ricordare a tal proposito che nella nostra specie il momento del parto viene anticipato di vari mesi, rispetto al completo sviluppo fetale, proprio per i problemi prima menzionati.

 

 

Nella femmina: non ha subito grossi cambiamenti se si esclude il cosiddetto "calore silente". Il momento fertile nella specie umana non è identificabile nel maschio nè per modifiche dei genitali esterni, nè per messaggi olfattivi. Tale cambiamento è ritenuto dagli antropologi di fondamentale importanza per il nostro percorso evolutivo in quanto ha eliminato i ricorrenti conflitti fra maschi per il possesso delle femmine.

 

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Femmina di scimpanzè con genitali molto evidenti durante l'estro

 

Nel maschio i cambiamenti sono più marcati. Nelle scimmie è sempre presente un notevole dimorfismo sessuale, conseguenza di selezione naturale nella competizione per le femmine. Nel nuovo ambiente di prateria (savana) vi è un maggior numero di predatori, la comunità si può difendere soltanto con maschi uniti, cosa possibile se alla poligamia, e relativa competizione, si sostituisce la monogamia. Tale comportamento quindi non si può ricondurre a regole religiose ma piuttosto a esigenze di adattamento.  Nel nostro percorso evolutivo, il maschio α (il più grosso ed anche il più imbecille) cessa di essere il maschio vincente, viene soppiantato dal maschio socialemeno grande, meno aggressivo, meno mascolino (più intelligente): più propenso a creare positivi rapporti relazionali, piuttosto che creare conflitti. Tutti i caratteri sessuali secondari si riducono: statura, peluria, canini.

 

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 Scimpanzè, maschio alfa

 

 

La colonna vertebrale si è dovuta adattare ad una postura non prevista nei mammiferi. Normalmente lavora in posizione orizzontale, negli ominidi prima e negli uomini poi è divenuta verticale. I dolori vertebrali da cui è affetta la nostra specie ne è la spiacevole conseguenza. La presenza delle curvature, che producono la forma a S tipica della colonna vertebrale umana, contribuisce sia all'arretramento del centro di gravità del tronco sia allo scarico delle forze a livello della gabbia toracica , che assume una funzione di ammortizzatore.

A partire dall'Uomo di Neanderthal, si osserva un allargamento del foro vertebrale, probabilmente conseguenza dello sviluppo del linguaggio, in quanto è necessario un maggior spazio per le fibre nervose che collegano cervello e diaframma.








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