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La mano è cambiata non solo dal punto di vista anatomico, ma soprattutto dal punto di vista neuronale. Tale cambiamento ha reso possibile un collegamento diretto tra cervello e materia, la possibilità cioè di progettare e poi realizzare strumenti. La nostra mano in altre parole è in grado di compiere "movimenti fini".

Il pollice dello scimpanzè risulta molto più piccolo ed arretrato.

 

 

La pelliccia: nei primati arboricoli era indispensabile ai piccoli per restare aggrappati alla madre. Col passaggio alla savana, gli arti superiori hanno perso la funzione locomotoria e sono diventati disponibili per portare il piccolo. La scomparsa della pelliccia ha consentito l'eliminazione dei parassiti cutanei e relative malattie trasmesse. E' rimasta sul capo, ascelle e zona pubica.

Non lasciando tracce fossili non è ancora chiaro in quale fase dell'evoluzione sia sparita.

 

 

 Il naso nelle scimmie è poco pronunciato, con narici molto larghe, adatto all'aria calda e umida delle foreste equatoriali. Nell'uomo presenta un'elevata variabilità in funzione dell'origine geografica della razza. james franco 675
gli scimpanzè
Scimpanzè
istockphoto 525151199 170667a
naso di un individuo centroafricano
greenland inuit kid
naso di un bambino Inuit
NEANDERTHAL
ricostruzione di un volto di Neanderthal

 

 

 

I denti sono progressivamente diventati più piccoli per adattarsi alla nuova dieta che via via si è modificata da vegetariana ad onnivora.

I canini sporgenti (carattere sessuale secondario) che nei maschi servivano nella lotta per la supremazia sugli altri maschi, si riducono drasticamente.

La bocca, un tempo molto sporgente, oggi si allinea alla fronte.

Siamo diventati più belli. Peccato che lo spazio per i denti si sia ridotto, non c'è posto per tutti e quindi, spesso, crescono storti.

 

 Gli occhi: sostanzialmente non sono cambiati, sono posti sullo stesso piano per consentire una visione stereoscopica, stretto angolo visivo ma ottima percezione delle distanze. Questa caratteristica è presente sia nelle scimmie arboricole sia nei grandi predatori. Pur non appartenendo a queste categorie abbiamo in comune la posizione degli occhi.

La fronte è diventata sempre più alta per far posto ai lobi cerebrali frontali, sede delle funzioni cerebrali superiori. I tori sopraorbitali, molto evidenti in tutti i primati, si sono progressivamente ridotti fino a scomparire nell'Uomo moderno.

Il volume del cranio passa dai 390 cc. degli australopitechi fino ai 1400-1500 del Neanderthal per poi ridusrsi ai 1350 cc circa dell'Uomo Moderno.
Nei primati arboricoli il foro occipitale si inseriscie obliquamente, negli ominidi invece l'andature eretta richiede un cranio esattamente sopra la colonna vertebrale, il foro occipitale pertanto è orizzontale

 








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