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Homo sapiens (Linnaeus1758; dal latino «uomo sapiente») è la definizione tassonomica dell'essere umano moderno. Appartiene al genere Homo, di cui è l'unica specie vivente, alla famiglia degli ominidi e all'ordine dei primati.

Il periodo che va dal periodo interglaciale medio, circa 300 000 anni fa, all'epoca odierna, vede la comparsa in Africa orientale e la diversificazione della specie Homo sapiens. Secondo le teorie prevalenti, dal continente africano, circa 65-75 000 anni fa (o secondo altre evidenze alcune decine di migliaia di anni prima), in stretta coincidenza con un evento di fortissima riduzione della popolazione globale, tuttora in fase di definizione, parte della specie iniziò un percorso migratorio che attraverso un corridoio medio orientale la portò a colonizzare l'intero pianeta.

La precisa datazione dei primi esemplari definibili sapiens, tradizionalmente posta a circa 130 000 anni fa, è stata spostata dalle scienze paleontologiche più indietro nel tempo, grazie a ritrovamenti nei tufi vulcanici della valle del fiume Omo in Etiopia. Per mezzo di tecniche basate sui rapporti isotopici dell'argon, alcuni reperti anatomicamente simili all'uomo moderno sono stati datati a 195 000 anni fa, con una incertezza di ± 5 000 anni.[3]. Nuovi ritrovamenti rinvenuti nel 2017 in Marocco sposterebbero l'origine dell'Homo sapiens a circa 300 000 anni fa.

Dall'origine africana della specie, nei ritrovamenti etiopici in tufi vulcanici della valle del fiume Omo, circa 200 000 anni fa (si possono datare con tecniche basate sui rapporti isotopici dell'argon, a 195 000 anni con una incertezza di ± 5 000 anni) da H. erectus, a oggi, H. sapiens si è diffuso su tutta la superficie delle terre emerse con una popolazione totale che ha superato, nel marzo 2012, i 7,0 miliardi di individui. Secondo nuovi ritrovamenti avvenuti in Marocco nel 2017, l'homo sapiens avrebbe cominciato a diffondersi nell'intero continente africano già 300.000 anni fa.

 

Homo floresiensis (dall'isola indonesiana di Flores sulla quale sono venuti alla luce i suoi resti) è il nome proposto da alcuni antropologi per dei fossili di ominidi vissuti fino a 50.000 anni fa, scoperti da un gruppo di ricercatori australiani e indonesiani nel settembre del 2003.

 

I tratti di questo ominide sono intermedi tra quelli dei primi ominidi e il moderno Homo sapiens. Era alto poco più di un metro, e con una capacità cranica di soli 380 cm³, molto inferiore non solo rispetto ai suoi contemporanei, ma anche a tutti gli ominidi conosciuti che hanno preceduto l'Homo sapiens, compresi gli scimpanzé e i gorilla. Con riferimento alla scarsa altezza, gli scopritori dei fossili ribattezzarono informalmente hobbit i membri di questa specie estinta. I ricercatori di Flores e dell'Indonesia invece usarono il nomignolo di Ebu, con cui è conosciuto anche l'unico esemplare completo,  una creatura appartenente al folklore locale che è descritta come un uomo-scimmia di bassa statura che rubava cibo e bambini agli abitanti di Flores fino al principio del Settecento, quando sarebbe stata sterminata. La somiglianza dei reperti con questa creatura mitologica, così come la diffusione nell'arcipelago indonesiano di moltissime leggende di uomini scimmia  ha interessato molto la comunità mondiale di molti zoologi.

Alcuni antropologi hanno formulato l'ipotesi che sparuti gruppi di floresiensis possano ancora vivere in regioni forestali isolate dell'isola.

La datazione dei resti di H. floresiensis, per quanto difficile causa le cattive condizioni di conservazione dei resti, indica una loro età non posteriore a circa 50.000 anni fa, in quel periodo lo H. sapiens era già presente il Sud-est asiatico, ma non si hanno tracce di una sua presenza nell'isola di Flores per quel periodo. La più antica traccia di H. Sapiens rinvenuta nell'isola è costituita da due denti, rinvenuti nella grotta di Liang Bua in sedimenti datati 46.000 anni fa, la stessa età è segnata dalla scomparsa nei sedimenti nella grotta di resti di cicogne giganti, avvoltoi ed elefanti nani, tutti animali che potevano costituire il nutrimento di una comunità di cacciatori raccoglitori, come poteva essere quella di H. floresiensis, soppiantati dalla comparsa di gusci di mulluschi , come accade di ritrovare in altri siti coevi africani, europei e asiatici abitati dallo H. sapiens, assieme alla presenza di resti di selci lavorate e tracce di focolari. Questi rinvenimento fanno supporre che l'estinzione dell'H. floriensis possa essere stata causata dalla sconfitta competitiva con l'uomo moderno arrivato sull'isola.

 

 

 

Compare in Africa circa 1.600.000 di anni fa nella zona  della RIFT Valley abitati da Australopitechi eHomo habilis.  Questa specie deriva dall'Homo habilis. Dall' Africa Orientale si diffonde rapidamente in Europa e in Asia:  l'Homo erectus è quindi il primo uomo a diffusione intercontinentale. Scompare intorno ai 250.000 anni fa circa. La sua capacità  cranica è compresa tra 800 e 1200 cm3 e il suo scheletro è simile al nostro. L'Homo erectus è un cacciatore e raccoglitore; egli impara a utilizzare ed a produrre IL FUOCO, a fabbricare strumenti di pietra lavorati con precise tecniche (bifacciali o amigdale, vedi immagine qui sotto)) .

Il dominio del fuoco è una conquista  di importanza fondamentale: garantisce, ad esempio, un'efficace difesa contro il freddo e i predatori inoltre consente la preparazione e conservazione dei cibi. Tutto questo, insieme con la capacità di costruire efficienti ripari , permette all' uomo di abbandonare i climi tropicali di cui è originario e di spostarsi verso i climi più rigidi. L'Homo erectus era un palmo più alto dell' Homo habilis e aveva il cervello più sviluppato. Viveva regolarmente in luoghi in cui restava per un tempo più prolungato.  L'Homo erectus era in grado di dare la caccia a grossi animali , spesso utilizzava la pelliccia per ripararsi dal freddo.  Macellava le prede ed era in grado di costruire muri in pietra come riparo.

 

 

L'Uomo di Neanderthal. Già attorno ai 300.000 anni fa, durante la fase più recente del Paleolitico inferiore, in Europa si vengono lentamente a definire i caratteri di un tipo umano assai particolare, protagonista indiscusso del Paleolitico medio europeo (120-35.000 anni fa circa): l'uomo di Neanderthal oHomo sapiens neanderthalensis. I neanderthaliani possedevano una massa cerebrale di dimensione analoga a quella dell'uomo moderno. Non erano particolarmente alti di statura, ma presentavano una corporatura assai robusta e muscolosa. Il loro cranio era schiacciato e allungato; avevano una fronte bassa e sfuggente, caratterizzata da un'arcata sopracciliare piuttosto marcata. Abitati e modo di vita Il loro modo di vita era caratterizzato da una elevata mobilità stagionale, indirizzata allo sfruttamento di una vasta gamma di risorse. Gli abitati erano costituiti da accampamenti all'aperto e in grotta. 

 

Gli uomini di Neanderthal praticavano la caccia, come testimoniato dai numerosi resti di animali, soprattutto erbivori, trovati nei loro accampamenti. Accanto all'attività venatoria, che costituiva la loro principale attività economica, era inoltre praticata la raccolta di vegetali selvatici.  Le sepolture All'uomo di Neanderthal sono associate le più antiche sepolture intenzionali della storia umana.Questa preoccupazione di tipo spirituale si associa alle più antiche tracce di comportamenti simbolici, come incisioni su ossa, presenza di sostanze coloranti (ocra rossa) e raccolta di oggetti curiosi (minerali, fossili).   Gli strumenti sono costituiti da punte, ritoccate o no, raschiatoi, di diversa forma e dimensione, denticolati e più raramente da bifacciali, grattatoi e bulini. Gli ultimi neanderthaliani Tra i 40 ei 30.000 anni fa, contemporaneamente alla diffusione in Europa dell'uomo moderno, alcune comunità di Neanderthaliani, poste in zone periferiche, daranno vita a nuovi aspetti culturali . 

I metodi di scheggiatura di tipo laminare diventeranno pressoché esclusivi e compariranno elementi decorativi costituiti da denti, ossa e conchiglie. Questi manufatti rappresenteranno l'ultima espressione culturale dei Neanderthaliani, che si estingueranno del tutto attorno ai 35-30.000 anni fa. 

 

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L'Homo habilis o semplicemente l'Habilis e' il primo esemplare di ominide del genere Homo: questo per via di caratteristiche che lo rendono diverso dagli australopitechi, cioe' una maggiore capacita' cranica (circa 600-700 cc, contro i 500 cc dagli australopitechi) e il possibile collegamento con i primi utensili umani.

Non si e' ancora chiarita totalmente l'origine dell'Homo Habilis: comparve circa 2,5 milioni d'anni fa e scomparve 1,8 milioni d'anni fa, quindi fu un contemporaneo di alcune specie di australopiteco, ma al momento non si sa dire se e' un discendente dell'Australopithecus afarensis o di un'altra specie discendente da questa.

Una delle caratteristiche piu' importanti che distinguono l'Homo Habilis dagli australopitechi e' il cranio; oltre a essere piu' grande, il cranio dell'Homo Habilis ha una forma piu' rotondeggiante, presenta una superiore vascolarizzazione cerebrale e una maggiore complessita', da far pensare quindi a un ulteriore sviluppo delle zone adibite al linguaggio articolato. Inoltre, la faccia e' piu' corta e meno massiccia, e la dentatura ricorda molto di piu' quella dell'Homo sapiens.

 








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