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Erasmus Darwin, nonno paterno del più celebre Charles, era medico, inventore e poeta (The Botanic Garden, 1789-1791).

Si laureò a Cambridge nel 1755 con una tesi dal titolo «che i battiti del cuore e delle arterie sono l’effetto dell’azione del sangue su quegli organi» (nota 1), per l’epoca ritenuta una tesi quasi sperimentale. Nel corso della sua vita fu sempre molto attivo dal punto di vista scientifico, occupandosi di chimica, botanica e biologia. Si stabilì prima a Lichfield e successivamente a Derby dove la sua fama come medico divenne così conosciuta che riceveva pazienti da ogni parte dell’Inghilterra, perfino re Giorgio III gli offrì l’incarico di medico reale che però venne rifiutato.

Tra i suoi amici si annoverano personaggi come Josiah Wedgwood, famoso ceramista, inventore del pirometro (strumento per la misurazione delle alte temperature), Fellow della Royal Society e futuro consuocero, Matthew Boulton, esperto in meccanica a vapore (socio di Watt) e in fusione dei metalli (sua la prima moneta in rame britannica in uso dal 1797 al 1971), James Watt, matematico e ingegnere scozzese, inventore della macchina a vapore, e Joseph Priestley, chimico e filosofo, scopritore delle formule dell’ossigeno, dell’ammoniaca e dell’acido cloridrico ma anche sostenitore dell’empirismo lockiano nelle “Disquisizioni sulla materia e sullo spirito” (1777).

Con Wedgwood Darwin si trovò in sintonia anche su alcune posizioni ideologiche piuttosto avanzate per quei tempi come l’ammirazione per le rivoluzioni francese ed americana ed entrambi assunsero posizioni nettamente abolizioniste nei confronti della schiavitù.

Nella sua opera più conosciuta “Zoonomia” formulò ipotesi sulla trasformazione degli organismi viventi analoghe a quelle elaborate da Lamarck. «Fu chi disse di quest’opera che ciò che Newton aveva fatto per la fisica, Darwin lo aveva fatto per la medicina: elogio che passa il segno a dismisura. […] Darwin attinse da Linneo il gusto di metodizzare; comprese tutta l’utilità e la necessità ben anco di facilitare lo studio degli oggetti della storia naturale e della botanica metodizzandoli, e immaginò di potere utilmente far altrettanto delle malattie» (nota 2). Mons. Casati cita Darwin definendolo «sensista, materialista ed evoluzionista»

Jean-Baptiste Monet, cavaliere di Lamarck

Jean Baptiste Pierre Antoine Monet, cavaliere di Lamarck (1744-1829) fu un personaggio dai multiformi interessi; studiò inizialmente presso i gesuiti ad Amiens, ma alla morte del padre si arruolò nell'esercito francese, al cui servizio rimase fino al 1768. A Parigi studiò medicina, botanica, chimica e fisica e nel 1778, divenuto collaboratore ed amico di Buffon, pubblicò Flore Française, istituendo il metodo dicotomico per la classificazione delle piante, ancora oggi utilizzato. Divenne così assistente di botanica presso il Jardin du Roi; nel 1793, lo stesso anno della decapitazione di Maria Antonietta e di Luigi XVI, il Jardin des Plantes fu riorganizzato, prendendo il nome di Musée National d'Histoire Naturelle; il Museo era retto da 12 professori- fra cui anche Étienne Geoffroy- ciascuno esperto in un campo specifico; fra questi c'era Lamarck, incaricato, stranamente, della Storia Naturale degli insetti e dei vermi, tema del quale era completamente a digiuno e che rappresentava un argomento di frontiera. Messosi al lavoro, divenne rapidamente un esperto del campo, pubblicando una serie di saggi sulla zoologia e la paleontologia degli invertebrati (termine da lui coniato). Nel 1809 vedeva la luce Philosophie zoologique, in cui era esposta la sua teoria dell'evoluzione, che suscitò critiche da parte dei contemporanei.

Nel 1802 espose la sua teoria evolutiva nel trattato Filosofia zoologica.

Le tesi di Lamarck si possono così riassumere:

  •  I viventi sono un prodotto della natura che li ha formati in tempi successivi;

  • Gli organismi più semplici si originano dalla materia inanimata e la loro complessità di organizzazione progredisce mano a mano che le circostanze li favoriscono; gli organismi, insomma, salgono l'ininterrotta catena dell’essere dalla materia inanimata a forme sempre più perfette, spinti da ciò che Lamarck chiama "sentiment intèrior";  

  •  Le variazioni ambientali determinano cambiamenti nei bisogni degli animali che a loro volta cambiano il loro comportamento. L’ambiente determina un graduale, armonioso sviluppo dei loro organi: quando gli animali sono sottoposti a mutamenti ambientali, i loro fluidi organici (la linfa, il sangue, in definitiva ciò che li rende sistemi organizzati) si dirigono nella zona del corpo dove possono esplicare un’azione adatta a quel bisogno; in questo modo alcuni organi possono svilupparsi, altri regredire, e l’animale va incontro a continue, lente trasformazioni, attraverso le quali sale la catena dell’essere, dalla materia bruta, al verme, al mollusco, al pesce, al rettile, al mammifero. Ogni variazione è quindi sempre adattativa, non esiste alcuna differenza qualitativa fra mondo organico e inorganico: la vita sorge spontaneamente e incessantemente dal mondo inorganico, in un continuo che va dal meno perfetto al più perfetto, dal semplice al complesso; gli organismi più semplici sono quelli formatisi più recentemente , mentre i più complessi sono i più antichi; il vivente, giunto al culmine della scala, ritorna allo stato inorganico e il lungo cammino riprende incessante. La tesi suesposta va sotto il nome di eredità dei caratteri acquisiti;

  • Le specie non sono fisse ma in continua, incessante evoluzione.

L’importanza di Lamarck nella storia della biologia risiede nel rilievo da lui attribuito all’ambiente come causa delle trasformazioni evolutive, che gli consente di superare la concezione statica di specie formulata da Linneo; tuttavia, il suo linguaggio spesso oscuro, il suo attaccamento ad una chimica-fisica di stampo seicentesco, la sua fedeltà a rimanere il cittadino Lamarck anche con l’avvento di Napoleone, i feroci attacchi sferrati da Cuvier alla sua teoria, contribuirono al suo discredito e al disinteresse nei confronti del suo pensiero.


Il suo lavoro, Principi di Geologia (1831-1833) rappresenta una pietra miliare delle Scienze dalla Terra.Charles Lyell
(1797-1875) può essere considerato il fondatore della geologia moderna e il degno continuatore del gradualismo scientifico di Hutton.

Lyell 
vi stabilì … il principio stesso del ragionamento in geologia… secondo cui … dai tempi più remoti a cui può spingersi il nostro sguardo fino al presente hanno agito solo e senza eccezione le cause tuttora operanti e mai con gradi di energia diversi da quelli attuali …

In questo modo minò la teoria delle catastrofi, mettendo in luce come nelle rocce del passato si potessero leggere eventi atmosferici e geologici non dissimili da quelli che ancora oggi, quotidianamente, avvengono; parlò anche dei fossili come prove cronologiche di gran valore e della “trasmutazione”, delle rocce che da masse sedimentarie, grazie al calore e alla pressione, divengono ignee o metamorfiche, per poi ridivenire sedimentarie.

Principi di geologia ha contribuito alla "conquista del tempo profondo", cioè a far sì che l'Occidente prendesse consapevolezza dell'abisso di tempo che ci separa dai primi momenti di formazione della terra.

Riprese e condivise le critiche rivolte a Lamarck da Cuvier: le specie si formano ognuna in un preciso momento dello spazio e del tempo, già pronte per l’ambiente in cui si trovano a vivere, anche se possono disperdersi a causa di cambiamenti climatici o per l’introduzione di nuove specie, che modifichino l’habitat.

Darwin fu profondamente influenzato dai Principi che ebbe modo di leggere durante il suo viaggio intorno al mondo.

Georges-Louis Leclerc, conte di Buffon (Montbard, 7 settembre 1707 - Parigi, 16 aprile 1788) fu un naturalista, matematico, biologo, cosmologo e scrittore francese. Le sue teorie avrebbero influito sulle generazioni successive di naturalisti, in particolare su Jean-Baptiste Lamarck e Charles Darwin.
La località eponimo Buffon, nella Côte-d'Or, fu la signoria della famiglia Buffon.
Buffon è un comune francese di 187 abitanti situato nel dipartimento della Côte-d'Or nella regione della Borgogna.

Biografia
Le sue opere
La sua Histoire naturelle
Ruolo e portata delle sue opere
Problemi con la Chiesa
L'ago di Buffon
Gli specchi ustori
Suo padre, Benjamin Leclerc, era signore di Dijon e di Montbard e consigliere al parlamento di Dijon. Dopo gli studi al collège dei gesuiti di Dijon, studiò diritto. Preferendo la scienza, partì per studiare matematica e botanica a Angers.
Coinvolto in un duello, si vide costretto a lasciare l'università. Viaggiò allora in Italia e in Inghilterra, finché il nuovo matrimonio del padre lo fece rientrare per badare alla sua eredità.

I suoi primi lavori sono orientati verso la matematica. In Sur le jeu du franc-carreau, introdusse per la prima volta il calcolo differenziale e il calcolo integrale in probabilità. È in questo periodo che corrisponde con il matematico svizzero Gabriel Cramer e che prova l'esistenza degli specchi ustori di Archimede. In seguito le sue traduzioni in francese di opere di Isaac Newton e di Stephen Hales hanno acuito il suo interesse per la biologia.

Si spostò poi a Parigi dove conobbe Voltaire ed altri intellettuali, entrando poi all'Accademia delle scienze francese all'età di 26 anni.

Divenne intendente del Giardino del re (oggi Jardin des Plantes) a Parigi nel 1739. Eccellente amministratore, lo ha trasformato in centro di ricerca e in museo, ampliando considerevolmente il parco e facendo piantare degli alberi di ogni origine. Da quel momento si consacrò completamente alla storia naturale. Approfittando delle risorse che gli offriva il Giardino del Re che dirigeva e che egli non cessò di arricchire, decise di definire il quadro intero della natura.

La sua Histoire naturelle, i cui primi volumi apparvero nel 1749, l'occuperà per il resto della sua vita. Buffon ottiene per quest'opera ogni tipo di ricompensa e di onore:
viene eletto membro dell'Accademia nel 1753 .

Le sue relazioni con gli scienziati del tempo sono spesso difficili e lo portano di frequente a scontrasi ad esempio con Réaumur e Linneo di cui contesta il metodo di classifiaczione. Accoglie anche con scetticismo i lavori di Lazzaro Spallanzani o di Charles Bonnet. Per Buffon le variazioni tra specie sono dovute a degenerazioni .

Si sposa nel 1752 ma sua moglie muore nel 1769. Intrattiene relazioni molto buone con il re Luigi XV che gli permette in particolare, alla morte di Réaumur, di integrare le collezioni molto ricche di quest'ultimo (considerate tra le più grandi di Francia) al Gabinetto del re nonostante Réaumur le abbia lasciate all'Accademia delle Scienze.

Divenne conte di Buffon nel 1773. Prima di morire, poté vedere la sua statua posta all'ingresso del museo di storia naturale con questa iscrizione: Majestati Naturæ par ingenium. Muore a Parigi nel 1788.

 


Georges Cuvier

Grande zoologo francese, Georges Cuvier è solitamente considerato il padre dell'anatomia comparata e della paleontologia dei vertebrati. Ebbe la cattedra di anatomia degli animali presso il Museo di Storia Naturale di Parigi. Fu personaggio molto influente nell'ambiente scientifico francese e instancabile critico della teoria evolutiva di Jean-Baptiste Lamarck (1744-1829), sebbene non abbia mai esplicitamente citato l'autore della Filosofia zoologica. Cuvier aveva osservato che la flora e la fauna fossili di ogni serie di strati geologici hanno delle specifiche proprie, diverse da quelle degli strati limitrofi. Non si notavano forme di passaggio tra uno strato e l'altro. Per spiegare ciò senza ricorrere al trasformazionismo, egli ipotizzò che la storia della Terra non si fosse svolta in maniera continua, ma avesse subito alcune violente catastrofi che avevano causato l'estinzione di qualche specie. Fra le sue opere più importanti, ricordiamo le Ricerche sulle ossa fossili del 1812, Il regno animale distribuito secondo la sua organizzazionedel 1816 e Discorso preliminare sulle rivoluzioni del globo del 1821.

  

Carlo Linneo è il nome italianizzato di Carl von Linné, naturalista svedese che sviluppò la nomenclatura binomiale per la classificazione sistematica degli organismi viventi. Figlio di un prete di campagna e appassionato fin da piccolo di botanica, si iscrisse alla facoltà di medicina dell'Università di Lund (1727), essenzialmente perché il piano di studi comprendeva la materia medica, ossia lo studio delle sostanze usate in medicina, che erano per lo più di origine vegetale. L'anno successivo si trasferì all'Università di Uppsala, e già nel 1730 iniziò a delineare il proprio metodo di classificazione sistematica delle piante. Quando nel 1735 si trasferì in Olanda per completare gli studi, la sua reputazione di botanico era ormai salda.

Del 1735 è la prima edizione del Sistema naturae, in cui Linneo espose per la prima volta i suoi criteri di classificazione tassonomica dei regni animale, vegetale e minerale. Nel 1738 fece ritorno in Svezia, dove nel 1739 fu tra i fondatori dell'Accademia svedese delle Scienze. Nel 1741 divenne professore di medicina teorica e pratica all'Università di Uppsala, incarico che l'anno successivo scambiò con la cattedra di botanica, dietetica e materia medica, mantenuta sino alla fine dei suoi giorni.

Nel 1751 Linneo pubblicò Philosophia botanica, opera che esercitò una grande influenza su molti suoi contemporanei, dove si affermava che le specie, create in forma eterna e immutabile secondo un progetto divino, erano spontaneamente disposte in un sistema naturale che si prestava alla classificazione. Dimostrò che le piante si riproducono sessualmente e stabilì i nomi delle parti dei fiori. Creò uno schema tassonomico suddiviso in cinque categorie: varietà, specie, genere, ordine e classe (queste suddivisioni esistevano già, ma fino ad allora non erano mai state usate in modo congiunto). Prima di Linneo le specie venivano descritte dal nome del genere, seguito da una descrizione per esteso della specie: egli sostituì questo sistema con una nomenclatura binomiale più agile e precisa, in cui anche la specie veniva individuata da un unico termine. I criteri tassonomici utilizzati da Linneo erano basati, nel caso delle piante, su differenze tra le parti sessuali e, nel caso degli animali, su caratteristiche anatomiche interne.

I metodi in vigore attualmente si fondano ancora sulla nomenclatura binomiale di Linneo, anche se la classificazione si è nel tempo arricchita di criteri moderni, quali i rapporti evolutivi e le caratteristiche genetiche, biochimiche e morfologiche dei diversi organismi.

 

 

 

 








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