Le isole sono ambienti ecologici che hanno una marcata influenza sull’evoluzione delle specie animali. Quelli di grande stazza, confinati in un’isola, tendono a ridurre le loro dimensioni. Per esempio, gli ippopotami a Cipro (estinti) hanno una stazza non superiore a quella di un leone marino e decisamente inferiore a quella dei cugini che sguazzano nei fiumi e nei laghi africani. Nella stessa isola di Flores gli elefanti, oggi estinti, non superavano le dimensioni e il peso di un grosso maiale. Non è che tutti gli animali che abitano nelle isole tendono a ridurre la loro grandezza. Proprio nell’isola di Flores potete incontrare ratti grandi come gatti, dunque di dimensioni maggiori a quelle dei cugini che abitano in continente. Ma anche questo è un esempio della notevole influenza che ha l’ambiente isolano sulla genetica degli animali. Già, perché tutte le differenze di dimensioni cui abbiamo accennato hanno un evidente corrispettivo nei geni degli animali.
La domanda, dunque, è: “l’effetto isola” vale anche per il genere Homo e per la nostra specie, sapiens?

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 popolazione sarda (autoctona)
 
 
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  Homo floresensis
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 Pony delle Shetland
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 Scheletro di elefante nano (Sicilia)

 

   Originariamente la pelle era nera. La melanina serve per schermare la radiazione ultravioletta e prevenire i melanomiQuando l'Uomo si sposta a latitudini più elevate, la colorazione della pelle diventa via via più chiara, fino ad arrivare al rutilismo.

    La pelle chiara riesce a catturare meglio la radiazione UV e questo favorisce la sintesi della Vit. D, indispensabile per la calcificazione dello scheletro ed in generale per la crescita.

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 E' quel fenomeno per cui specie diverse che vivono nello stesso tipo di ambiente, o in nicchie ecologiche simili, sulla spinta delle stesse pressioni ambientali, si evolvono sviluppando, per selezione naturale, determinate strutture o adattamenti che li portano ad assomigliarsi moltissimo. Tali specie sono dette convergenti.

Esempi:

Ichthyosaurus h harder squalo1 porto rotondo salvato delfino in difficolt and agrave
                   Ittiosauro (rettile)                          squalo (pesce)                    delfino (mammifero)

 

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                                    sfinge  (insetto)                                    colibrì (uccello)
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                            Scoiattolo volante (placentato)                      Petauro della zucchero (marsupiale)

 

 

 

 

 

Si verifica quando  una popolazione presenta un carattere genetico non frutto di selezione ma semplicemente per fattori casuali.

Effetto del fondatore

Pochi individui si staccano dalla popolazione di partenza ed emigrano da un'altra parte, fondando una nuova popolazione. Nella nuova popolazione la variabilità di un insieme di caratteristiche (di geni) sarà diminuita perché solo pochi individui hanno dato luogo alla nuova popolazione. 

I gruppi che per primi hanno colonizzato le Americhe, traversando lo stretto di Bering , erano con ogni probabilità di dimensioni molto piccole. È possibile che nessuno di loro avesse un gruppo sanguigno dei tipi A e B, perché questo gruppo è completamente assente nei loro discendenti di oggi, che sono tutti di gruppo 0. Se le cose sono andate così,  deve essersi trattato di un fatto del tutto fortuito, perché i gruppi A e B sono diffusi in tutto il mondo, anche in quelle zone dell’Asia nordorientale da cui provenivano quei primissimi scopritori dell’America

 

 Effetto del collo di bottiglia

Quando molti individui di una popolazione muoiono o perdono la facoltà di riprodursi in qualche modo o vengono uccisi per qualche ragione, quelli che rimangono avranno solo alcuni tipi di caratteristiche (geni) rispetto alla popolazione di partenza. Anche in questo caso la variabilità genetica della nuova popolazione sarà molto più bassa. 

 

Un  esempio di collo di bottiglia è offerto dai ghepardi. Durante l’ultima era glaciale, questa specie arrivò molto vicina all'estinzione e ne sopravvissero probabilmente poche unità. Questo ha fatto sì che la varietà genetica tra i ghepardi sia molto bassa; ciò è confermato dal fatto che è possibile eseguire un trapianto di pelle tra due ghepardi senza che vi sia alcun rigetto, tanto il patrimonio genetico di donatore e ricevente sono simili.

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La selezione sessuale è un tipo particolare di selezione naturale che agisce sulle caratteristiche che determinano il successo riproduttivo.

Questo meccanismo servì a Darwin per spiegare l’evoluzione, nei maschi di molte specie, di una serie di caratteristiche dannose o inutili ma particolarmente appariscenti, come livree e colorazioni sgargianti, code lunghissime, pesanti corna o palchi ed elaborati rituali di corteggiamento. La sua ipotesi era che questi caratteri consentissero a chi li possedeva di competere meglio con i membri dello stesso sesso per la conquista del partner (selezione intrasessuale), oppure di risultare più attraente agli occhi dei membri dell’altro sesso (selezione intersessuale).

Darwin trattò la selezione sessuale separatamente dalla selezione naturale perché capì che si trattava di due meccanismi ben distinti, e talvolta contrastanti: mentre la selezione naturale favorisce i caratteri che aumentano la capacità di sopravvivenza, la selezione sessuale riguarda soltanto il successo riproduttivo.

Ovviamente un animale per arrivare a riprodursi deve sopravvivere, ma se sopravvive e non si riproduce, non dà alcun contributo alla generazione successiva. Non è dunque impossibile che la selezione sessuale favorisca alcune caratteristiche capaci di accrescere la capacità riproduttiva del portatore, anche se ne riducono la capacità di sopravvivenza. Intuitivamente però questo concetto è difficile da comprendere e accettare, ed è stato ignorato o criticato per molti decenni, finché recentemente alcune ricerche sperimentali non ne hanno dimostrato l’importanza.

Un esempio di carattere che Darwin collegò alla selezione sessuale è l’enorme coda del maschio dell’uccello vedova gigante (Euplectes progne), che vive in Africa e ha una coda più lunga della testa e del corpo messi insieme . Per dimostrare che l’evoluzione della coda dell’uccello vedova è stata guidata dalla selezione sessuale, l’ecologo svedese Malte Andersson nel 1982 catturò alcuni esemplari maschi e ne alterò la lunghezza della coda. Ad alcuni la accorciò tagliandone via un pezzo, ad altri la allungò incollandovi delle penne in più e ad altri ancora, che facevano da gruppo di controllo, la tagliò e poi la rincollò senza modificarla.

Normalmente i maschi di uccello vedova scelgono un territorio dove eseguire i rituali di corteggiamento per attrarre le femmine, e lo difendono dagli altri maschi. Tutti i maschi, tanto quelli a coda lunga quanto quelli a coda corta, erano capaci di difendere il loro territorio di corteggiamento, a dimostrazione che la lunghezza della coda non incide sulla competizione tra maschi. Tuttavia, i maschi con la coda allungata artificialmente attraevano circa il quadruplo delle femmine dei maschi con la coda accorciata .

Ma perché le femmine di uccello vedova dovrebbero preferire i maschi con la coda lunga? La ragione è che un maschio che si può permettere di sviluppare e conservare una caratteristica così «costosa», nonostante la riduzione di capacità di volo che essa provoca, deve essere per forza sano e vigoroso. Una caratteristica costosa fornisce al sesso che opera la scelta del partner (di solito la femmina) un indizio attendibile per riconoscere gli individui realmente dotati di buone qualità riproduttive dagli individui che bluffano. Se le femmine scegliessero il compagno sulla base di una caratteristica facilmente simulabile, non ne ricaverebbero alcun beneficio in termini di fitness.

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La selezione direzionale,  comporta l'eliminazione degli individui con caratteri medi e salva gli individui con un carattere estremo (es. i più piccoli oppure in altri ambienti i più alti).

 

La selezione direzionale agisce contro gli individui che si discostano  dalla media in una direzione per avantaggiare quelli che hanno caratteristiche opposte. Nell'evoluzione umana ad esempio siamo partiti da individui alti poco più di un metro (gli australopitechi) per arrivare gradualmente all'altezza attuale.

Lo stesso fenomeno lo vediamo nel cavallo, nella giraffa ecc.

 








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