Tarquinia (Museo)

 

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Cerveteri

 

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 Chiusi

 

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Volterra

 

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Norchia

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 Villa Saletta (borgo abbandonato)

 

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 Lucchio

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Montingegnoli

 

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 Murlo

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 Barbarano

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Sutri

 

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 Sovana

 

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Tutti noi, indipendentemente dagli studi fatti, conosciamo la storia di Annibale. Condottiero cartaginese, si era fatto le ossa in Spagna prima al servizio del padre Amilcare Barca poi del cognato Asdrubale, al seguito della cui dipartita egli venne acclamato capo dell'esercito all'unanimità. Si diceva avesse l'aspetto e le doti di comando del padre. Unico suo obiettivo era la distruzione di Roma. Tutte le notizie che abbiamo su di lui le dobbiamo a Tito Livio (di due secoli successivo) e di Polibio (quasi contemporaneo). 

 

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Nel 218 a.c. il venticinquenne Annibale, attaccò la città iberica di Sagunto, alleata di Roma, che chiese a Cartagine la sua consegna in quanto assalitore della sua alleata. Roma ottenne da Cartagine un netto rifiuto.

Annibale, dopo la presa di Sagunto, si era recato a Nova Carthago per trascorrervi l'inverno (fine del 219 a.c.). Qui apprese quanto era stato deliberato a Roma e a Cartagine  (« egli seppe che non solo era il comandante supremo di questa guerra, ma ne era anche la causa.»)
(Livio, XXI, 21.1). 

All'inizio della primavera del 218 a.c. i soldati si radunarono e le truppe di ogni popolazione furono passate in rassegna da Annibale. Poi questi partì per Gades, dove sciolse i voti fatti a Eracle (Hercules Gaditanus) e ne fece di nuovi in caso di vittoria. Poi organizzò non solo l'armata che doveva compiere l'invasione dell'Italia, ma anche quelle che dovevano rimanere in Spagna e Africa a difendere i territori cartaginesi. Fu così che stabilì di inviare soldati ispanici in Africa e africani in Spagna.

Annibale concepì un audace piano di guerra per invadere l'Italia; marciando dalla Spagna, raggiunse i Pirenei e poi le Alpi nel 218 a.. Partì con oltre 30.000 (o 50.000) combattenti, 15.000 tra cavalli e muli e 37 elefanti dei quali ne arrivarono solo 21; impiegò due settimane per valicare le montagne.

Il passaggio dei Pirenei fu relativamente agevole, non altrettanto si può dire per quello delle Alpi. Non potendo passare dal mare che era presidiato dalla flotta Romana, non poteva neanche passare dai passi più agevoli e conosciuti se voleva cogliere di sorpresa i nemici. Decise quindi di scegliere un passo ad alta quota fuori dal controllo romano. Qui gli storici del tempo sono molto carenti di notizie al riguardo.

L'attraversamento delle Alpi avvenne verso la fine di settembre del 218 a.C.; il freddo e la fatica si fecero certo sentire per uomini e animali acclimatati al sole della costa spagnola e probabilmente non sufficientemente attrezzati per una traversata a tali altezze. L'esercito punico però raggiunse la Pianura Padana prima che le nevi avessero bloccato i passi. La marcia fu lunga e portata a termine dopo mille difficoltà.

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Ai piedi dei monti rimasero al condottiero 20 000 fanti (di 38 000), 6 000 cavalieri (di 8 000) e 20 elefanti (di 38). 

Per due millenni si sono fatte solo ipotesi sul passo utilizzato da Annibale per attraversare le Alpi, si ipotizzava il Moncenisio, il Picclo S. Bernardo, il Monginevro il Colle dell'Autaret

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 L’ipotesi secondo la quale il generale cartaginese sarebbe passato dal Colle delle Traversette non è una novità: molti studiosi, a partire dalla fine dell’Ottocento, hanno formulato ipotesi che hanno ristretto le ricerche fra il colle del Monginevro, il Moncenisio o colle di Clapier e, appunto, il colle delle Traversette. Fra questi studiosi solo pochi hanno visitato tutti i possibili passaggi in questo settore delle Alpi. Tra di essi ci fu Gavin Rylands de Beer, che fu Direttore del Museo di Storia Naturale di Londra e che nel 1969 ipotizzò appunto il passaggio sul colle delle Traversette.
Quanto sappiamo sulla campagna militare di Annibale deriva dai libri scritti da due storici dell’antichità: Polibio (206-124 a.C.), uno storico greco che fu contemporaneo di Annibale ed intervistò alcuni dei soldati reduci della campagna militare contro Roma, e Tito Livio (59-17 a.C.), uno storico romano che, tuttavia, visse oltre un secolo più tardi e che quindi ha riportato informazioni indirette ed anche di parte.
Lo stesso prof. Mahaney, prima di concentrare le ricerche in valle Po, ha ripercorso tutti i colli ipotizzati dagli storici. Durante l’intervista, il ricercatore canadese ci ha riferito di aver iniziato queste ricerche nel 2002 e di aver scelto di concentrarsi sul colle delle Traversette perché, a suo parere, era l’unico colle che rispecchiava dal punto di vista geomorfologico, la descrizione fatta da Polibio.

Mahaney, inoltre, ha ritenuto interessanti altri passaggi del testo di Polibio e ci ha fatto notare che il racconto ci narra che Annibale fu sorpreso da una nevicata, ad ottobre, che si posò su uno strato di neve ghiacciato rimasto dall’estate precedente. Questo elemento ha spinto il geologo canadese a scegliere un colle posto ad altitudini molto elevate come quello delle Traversette (2.947 m), ritenendo meno probabile che questa condizione si fosse verificata su colli più bassi come il Monginevro (1.860 m) o il Moncenisio (2.083 m).
Proseguendo la lettura del testo di Polibio, il professore canadese ci ha fatto notare questa frase: “quando giunsero a un luogo tanto stretto che non vi potevano passare né elefanti, né animali da soma e dove la frana di uno stadio e mezzo, che già prima esisteva, si era ulteriormente allargata di recente, le truppe furono prese di nuovo dallo scoraggiamento e dal terrore”.
Qui, lo storico greco riferisce che l’esercito di Annibale si trovò di fronte ad una frana larga circa 300 m, poiché lo “stadio” era una misura in uso dell’antichità pari a circa 200 m, e che questa frana era stata generata da due eventi franosi distinti, di cui uno verificatosi recentemente, ai tempi di Annibale.
Su questo punto Mahaney e il suo gruppo di ricerca hanno analizzato la geologia di tutti i possibili passaggi e solo sotto al colle delle Traversette hanno trovato una frana con queste caratteristiche. Raccogliendo un centinaio di campioni, hanno potuto analizzare lo strato esterno delle rocce che, a causa di reazioni chimiche dovute all’esposizione agli agenti atmosferici, presentano uno strato con colorazione differente.
Questo strato ha uno spessore proporzionale al tempo trascorso dalla frattura della roccia. In tal senso, il gruppo di scienziati ha potuto constatare che la frana che si incontra a valle del colle delle Traversette è stata determinata da due eventi distinti, il primo risalente a circa 13.000 anni fa, ed il secondo a circa 2500 anni fa, poco prima, in termini geologici, del passaggio di Annibale, il che corrisponderebbe alla descrizione fatta da Polibio.

Le ricerche sono proseguite prima in Francia, nella parte alta della Vallone del Guil e poi in valle Po. Scopo di queste ulteriori analisi è stato quello di realizzare dei carotaggi del terreno, partendo dal presupposto che lo stazionamento per alcuni giorni di un esercitò così grande, descritto da Polibio, avrebbe potuto lasciare qualche indizio.
In particolare, con l’aiuto di Chris Allen, microbiologo dell’Università di Belfast, Mahaney ha ricercato materiale organico e elementi chimici riconducibili ai clostridi, batteri che vivono nell’apparato digerente di cavalli e muli. Il risultato di queste ricerche ha portato alla luce ulteriori indizi.

 

Allegato 8 Studiosi e Ricercatori durante gli scavi alle Traversette nel 2009  

 

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Sia sul lato italiano che su quello francese i ricercatori hanno individuato uno strato di sedimentazione perturbato da agenti biologici, ricco di materiale organico, la cui datazione, effettuata con analisi sedimentologica e con l’uso del radiocarbonio, colloca lo strato a circa 2200 anni fa, epoca compatibile con gli eventi di Annibale.
Questo strato è preceduto e seguito da strati più antichi e più recenti con sedimentazione “non perturbata”: lo scienziato canadese conclude, quindi, che questi elementi siano compatibili con lo stazionamento di decine di migliaia di animali, non riconducibili, per la loro entità, a semplici eventi di transumanza. Infine alcuni campioni hanno rilevato una concentrazione elevata di sostanze chimiche che testimoniano la presenza di clostridi, i batteri presenti nelle feci di muli e cavalli.

 

Per chi volesse oggi ripercorrere la discesa delle Alpi  di Annibale occorre parcheggiare l'auto nel parcheggio (a pagamento) a Pian del Re  (2020 m) alle sorgenti del Po, per poi risalire lungo una mulattiera plurimillenaria che porta al valico: Colle delle Traversette  (2938 m). Questa mulattiera di origine sconosciuta ma sicuramente molto antecedente l'epoca di Annibale, sale per quasi 1000 mt ma sempre con una pendenza costante per non affaticare troppo i quadrupedi che per migliaia di anni hanno percorso questa via per il commercio transalpino.

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Per  maggiori informazioni sul percorso e per scaricare il file gpx, questo è il link.

Circa 100 metri sotto il valico c'è il "Buco di Viso", la prima galleria scavata nelle Alpi nel 1479 che permetteva di arrivare sul versante francese senza arrivare al passo. Questa galleria meriterebbe un articolo a parte.

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 La cattedrale di Bologna

 

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inizio costruzione 1390

Incoronazione di Carlo V nel 1530

132 metri di lunghezza e 60 di larghezza, con un'altezza della volta di 44,27 metri, mentre sulla facciata tocca i 51 metri

queste dimensioni ne fanno una delle cattedrali più grandi in Europa

 

 

 

 

 

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Ignazio Danti Prima Meridiana in S. Petronio  a.d. 1576

 

 

 Riforma protestante 1517

Pubblicazione del "De revolutionibus orbium coelestium" di Copernico 1543

Concilio di Trento (Controriforma) dal 1545 al 1563

Riforma del calendario (Gregoriano) 1582

I e II Legge di Keplero 1609

 Processo a Galileo 1633

 

 

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Gian Domenico Cassini
Seconda Meridiana "ed eliometro" a.d. 1655 
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 FORO SAN PETRONIO PULIZIA

 

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Meridiana di S. Petronio11

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immagine del 14 Dicembre

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ore 12.13' 22'' del 21/12 (circa)

Proiezione del sole attraverso la meridiana di san Petronio a Bologna nel giorno del solstizio destate

 ore 12.13' 22'' ora solare del 21/06 (circa)

 

Papa Gregorio XIII
Papa Gregorio XIII (nato Ugo Buoncompagni)  1572/1585

 Durata dell'anno solare o anno equinoziale:  a 365548m 46,98s

 

Calendario Romano (Numa Pompilio) 713 A.C. -------> Calendario Giuliano 46 A.C.---------> Calendario Gregoriano 4/15 ottobre a.d. 1582

 

 

 

 

 Ora esatta

 

 

 

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Torre orologio credits Giorgio Bianchi7

 

 

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Quirico Filopanti

propone i fusi orari nel 1858, poi adottati  nel 1885

 

I fusi orari furono introdotti in Italia il 1° novembre 1893. Il nostro fuso è Greenwich +1 cioè quello del meridiano 15° (Termoli Etna)

 

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Fra Bardonecchia ed Otranto ci sono 47m 35s  di differenza nell'ora locale

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Caro Nicola

è da tanto tempo che ti avevo promesso una nuova biografia di S. Paolo. Non una biografia classica ma una biografia eretica, dove i santi sono visti come uomini con tutti i difetti degli uomini.

I fatti che qui elenco sono tutti desunti dai Vangeli e dagli Atti degli apostoli, ma sono legati insieme dalla mia interpretazione. Potrei sconfinare nell'eresia, spero che il prof. Piolanti mi perdoni.

 

Prima di vedere chi era S. Paolo, vorrei considerare cosa significa la parola:

Leggi tutto: S. Paolo








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